Aprire una società in Olanda: l’esperienza di un imprenditore - Ltd24ore Maggio 2021 – Pagina 2 – Ltd24ore
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Aprire una società in Olanda: l’esperienza di un imprenditore

Come e perché costituire una società nei paesi Bassi, orientarsi nell’Ordinamento olandese e cercare i finanziamenti per la nostra impresa.
 
State pensando di aprire un società in Olanda, la terra dei fiori e delle opportunità? Permettetemi allora di fare da anfitrione e raccontarvi la mia esperienza nel Paese dei mulini a vento, dove ormai ho stabilito con soddisfazione la mia impresa come, prima di me, hanno fatto a moltissimi imprenditori provenienti dall’Italia e da tutto il resto del mondo.
Facciamo un brevissimo giro turistico, giusto per ambientarci, e vediamo come costituire una società dei Paesi Bassi.
 
Olanda e Paesi Bassi.
Partiamo con una premessa, nota a molti ma non a tutti: l’Olanda è un territorio dei Paesi Bassi, regno che comprende altre aree, addirittura nei Caraibi, ma che spesso viene appunto indicato appunto soltanto con il nome di Olanda (la stessa differenza, più o meno, che c’è tra la Gran Bretagna e l’Inghilterra). I Paesi Bassi sono costituiti da dodici province, ma l’Olanda (le Olande, in realtà, del Sud e del Nord) è quella che ospita più popolazione, oltre alle sedi governative e amministrative, ed è il centro finanziario della zona.
 
Perché si chiamano Paesi Bassi? Perché lo sono davvero: quasi tutto il territorio compreso nell’area europea infatti si trova a un metro sotto il livello del mare, è pianeggiante e costellato di serre e coltivazioni. Un gran bel posto dove vivere.
Ma non perdiamoci in chiacchiere e curiosità e torniamo al focus del discorso: l’economia dei Paesi Bassi è tra le più solide e prospere dell’Europa e forse del mondo intero, con il settore dei servizi in testa: banche, assicurazioni e imprese di trasporti rappresentano da soli la metà del PIL, ma anche la progettazione urbanistica e architettonica sono molto sviluppate e all’avanguardia. Il restante 30% del PIL è in mano all’industria: chimica, elettronica e alimentare in primis, insieme al settore delle costruzioni. Non è un caso che i Paesi Bassi ospitino molte multinazionali di settori diversi, dalla birra alle automobili, dall’alimentare all’elettronica. Fiorente anche il settore agricolo, sia alimentare che florale.
Dopo questa panoramica, è giunto il momento di  spiegare nel dettaglio perché ho deciso di fare impresa in Olanda (termine con il quale, per comodità, mi riferirò ai Paesi Bassi per il resto dell’articolo).
 
Olanda, terra di opportunità per gli imprenditori italiani.
C’è un dato che più di tutti gli altri ritengo indicativo per spiegare le ragioni che mi hanno spinto a creare una società in Olanda: in questo territorio gli investimenti stranieri rappresentano il 500% del PIL, 15 mila aziende estere hanno trovato casa nei Paesi Bassi. Il motivo? Le tasse, prima di tutto, ma al tempo stesso anche un economia fiorente e una posizione strategica al centro dell’Europa, una rete di collegamenti con il resto del mondo e di infrastrutture da fare invidia a qualunque paese occidentale.
Certo, ci sono molte altre ragioni, forse minori, che mi hanno spinto a costituire un’azienda in Olanda, per esempio la vicinanza con l’Italia, la bellezza del Paese, il fuso orario identico al nostro, e soprattutto una politica fiscale molto favorevole e un governo che sostiene le imprese, in particolar modo le start-up (ma su questo punto voglio tornare tra poco). Se all’inizio temevo che la lingua potesse essere un duro ostacolo da superare (l’olandese è particolarmente ostico), mi sono dovuto ricredere: chiunque parla un ottimo inglese, e in ogni caso, come sempre e ovunque, è facile sentir parlare italiano, sia all’angolo della strada che all’interno di molte aziende.
 
Avviare una start-up in Olanda.
Come anticipato, l’Olanda è il posto ideale in Europa per costituire una nuova impresa in forma di start-up: è molto facile (infinitamente più facile che Italia) trovare finanziamenti sia pubblici che privati per le neonate aziende, e i tempi e le procedure burocratiche e amministrative sono molto più leggere e veloci. Questo grazie all’economia pimpante e prospera dei Paesi Bassi da una parte, ma dall’altra anche per via di una forma mentale e una coltura molto più aperte alle novità rispetto alla nostra. In Olanda si investe, si rischia e si raccolgono i frutti del lavoro.
 
Voglio aprire una società in Olanda: in quali settori conviene investire?
La risposta a questa domanda ovviamente cambia in base al periodo storico, già da un anno all’altro l’Olanda è in grado di offrire agli imprenditori nuove opportunità molto promettenti, ma in linea di massima i settori più vantaggiosi per investire sono questi:

  • Arte e cultura (sì, sembra incredibile ma è vero)
  • Agricoltura, perché è un settore molto sviluppato e all’avanguardia.
  • Chimica e sanità, soprattutto in ricerca.
  • Informatica e tecnologia: l’Olanda va forte in questi settori, aiutata anche dalla presenza di grandissime aziende di elettronica.
  • Logistica, per via della posizione strategica e dell’ottima rete di infrastrutture, autostrade, porti e aeroporti.

 
Costituire nuova impresa in Olanda: quale scegliere?
Quando ho scelto di aprire una società in Olanda, la prima decisione da prendere riguardava ovviamente il tipo di impresa. Non avevo idea di che cosa prevedesse l’Ordinamento olandese, ma documentandomi ho scoperto che orientarsi è meno complicato del previsto. In definitiva, esistono due tipologie principali di aziende, praticamente le stesse italiane:

  • BV, società e responsabilità limitata.
  • NV, società per azioni.

 
Infine cito anche un’altra tipologia, giusto per dovere di informazione, ma non la prenderemo in esame: la partnership  a responsabilità limitata, illimitata e professionale.
Tralasciando la partnership, voglio esaminare prima le NV, quelle che corrispondono alle nostre Spa, perché il discorso per le BV (Srl) è un po’ più lungo e interessante, ameno per me. Le società per azioni olandesi prevedono un capitale sociale minimo di 45 mila euro, un atto notarile per la costituzione dell’impresa, un CDA e altri requisiti contabili di cui, personalmente, non mi sono mai interessato.
Ecco perché passerò subito alle BV.
 
Come e perché aprire una società responsabilità limitata in Olanda.
La BV (Besloten Vennootschap, quindi da questo momento sempre e comunque BV) olandese è l’equivalente, più o meno, della nostra cara Srl. Ha un capitale sociale minimo richiesto di un solo euro ed è la più diffusa tra gli investitori stranieri (ma non solo) nei Paesi Bassi per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che non presume limiti alla nazionalità dei soci e neppure alcuni obblighi di contabilità (almeno sotto i 10 milioni di euro).
La BV olandese dal 2012 può essere una Flex-Bv, ovvero una Srl un po’speciale, con l’aliquota fissa del 20% fino ai 200 mila euro (poi sale al 25%) e una ritenuta alla fonte del 15% per i dividendi, ma come è lecito aspettarsi, non potrò applicare questo tipo di società a settori come quelli della finanza, bancari, assicurativi, agenzie di collocamento e di credito.
Per quanto riguarda tempistiche e adempimenti, per costituire un’azienda in Olanda ho avuto soltanto bisogno di consegnare i documenti alle autorità competenti, di redigere l’atto e lo statuto in lingua olandese e consegnarlo a un notaio, e di aprire un conto corrente in una banca sul territorio dei Paesi Bassi. Fatto questo, ho provveduto alla registrazione al Registro delle Imprese olandese ed ero pronto per iniziare il mio business.
 
Vediamo in modo chiaro e schematico quali sono le caratteristiche della Flex-BV olandese:

  • Il numero minimo di soci richiesto è 1.
  • Il capitale sociale minimo è 1 euro.
  • Non esiste l’obbligo di amministratori residenti nei Paesi Bassi.
  • Il CDA può essere ovunque.
  • È previsto l’obbligo di possedere una sede legale nel territorio olandese.
  • Esiste l’obbligo di redigere il bilancio.

 
 
Fare impresa in Olanda: l’esperienza diretta.
Dopo aver aperto una società in Olanda e aver sperimentato sulla mia pelle (e sulla pelle del mio portafogli) come funziona il mercato olandese e soprattutto quello estero, se operiamo dai Paesi Bassi, sento di consigliare a tutti gli imprenditori italiani di fare il grande passo e costituire un’azienda in Olanda senza perdere altro tempo.
L’economia olandese infatti è una garanzia più che soddisfacente, ma il vero punto di forza di questo Paese è dato dalla politica commerciale e degli investimenti, che oltre a offrire ottime opportunità in molti settori, agevola le imprese con un regime fiscale molto favorevole e mette a disposizione degli investitori stranieri ricchi incentivi per costituire un’azienda in Olanda (sena contare i fondi che arrivano dalla Comunità Europea) attraverso le agenzie governative che aiutano gli imprenditori sia nella fase di apertura che in quella di sviluppo della società.
Un altro aiuto molto importante da tenere in considerazione viene dal mondo del credito: se in Italia banche e imprenditori difficilmente vanno d’accordo (a meno di essere un colosso), in Olanda la situazione è completamente diversa, perché esistono tante agenzie specializzate in finanziamenti alle imprese sia a medio che a lungo termine, e in alcuni casi, come nel settore della tecnologia, anche finanziamenti a fondo perduto.
 
Aprire una società in Olanda è stata una delle migliori idee imprenditoriali della mia carriera, ma non mi sento per questo un Marco Polo degli investitori: i Paesi Bassi sono infatti uno dei paesi europei con il maggior numero di investitori stranieri. Un motivo ci sarà!
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Aprire una società a Dubai, la guida che fa per te

Molti imprenditori fino a oggi hanno deciso di costituire un’impresa negli Emirati Arabi, vediamo vantaggi e svantaggi.
 
Gli Emirati Arabi, Dubai soprattutto, già da molti anni hanno attirato l’attenzione e gli investimenti di imprenditori provenienti da tutto il mondo, in particolar modo delle imprese che operano principalmente online. Le regioni di questa scelta sono molte, prima tra tutte la convenienza in materia i tasse,  e le analizzeremo una per una, ma daremo un’occhiata anche ai rischi e agli svantaggi che può comportare un’operazione di questo tipo. Iniziamo il nostro viaggio verso il Medio Oriente.
 
Dubai, tre opzioni praticabili per aprire una società negli Emirati Arabi.
Entriamo subito nel vivo del nostro discorso e vediamo quali tipologie di società possiamo aprire negli Emirati Arabi.

  • Costituire società a Dubai nelle free zone.
  • Aprire una LLC a Dubai fuori dalle free zone.
  • Avviare una Dubai Offshore Company nelle free zone.

 
 
Società a Dubai nella free zone: pro e contro.
Il vantaggio principale che Dubai offre per attrarre imprenditori stranieri è rappresentato dalle zone franche, o free zone, ovvero circoscrizioni territoriali entro le quali alle società registrate non è dovuta l’imposta sui redditi, a patto che queste imprese percepiscano redditi fuori dal territorio degli Emirati o soltanto all’interno della free zone.
Questo significa che i clienti della nostra società non dovranno avere la residenza all’interno degli Emirati Arabi, oppure esclusivamente all’interno di una zona franca di Dubai.
Per quanto riguarda la tassazione delle società in questo territorio franco, l’imposta è pari a zero per tutti i redditi provenienti dall’estero, che siano redditi societari, canoni, diritti o royalty, interessi ecc…
Come è facile immaginare, la società che andremo ad aprire a Dubai può essere costituita anche soltanto da persone fisiche e/o giuridiche residenti fuori dagli Emirati, anche se è obbligatorio avere un contratto di affitto per un ufficio.
Per quanto riguarda la parte burocratica, non è necessario presentarsi fisicamente a Dubai, ma possiamo aprire un’impresa anche a distanza: in generale, la burocrazia emiratina è molto snella e amichevole con gli imprenditori. Il capitale sociale minimo differisce a seconda della free zone (da 0 a 300 mila dollari), non esistono dazi per importazioni ed esportazioni, o limitazioni per quanto riguarda il prelievo degli utili da un’altra nazione, per esempio dall’Italia.
Come sempre, non è tutto oro ciò che luccica – e in questo caso neppure oro nero. Anche il territorio degli Emirati Arabi presenta una serie di svantaggi che è bene mettere in conto.
Anzitutto è vietata la vendita di beni e servizi all’interno del territorio degli Emirati, se non nelle zone franche, pena una sanzione amministrativa superiore ai 30 mila euro.
Per costituire un’impresa i tempi tecnici sono piuttosto lunghi, circa 3 mesi, e come abbiamo detto è richiesto l’affitto di un ufficio nel territorio, cosa che come possiamo immaginare non ha un costo affatto irrilevante.
 
Le free zone negli Emirati Arabi: a ognuno il suo.
Le zone franche differiscono tra loro, come abbiamo detto, sia per il capitale sociale minimo richiesto per aprire una società, sia per la fisiologica destinazione di settore. A Dubai ne esistono più di 30, vediamone insieme alcune:

  • Jebel Ali, a ovest di Dubai, è la zona franca più grande e si presta bene a società commerciali e manifatturiere. Non richiede alcun capitale sociale minimo.
  • Zona dell’aeroporto di Dubai, comodissima per la presenza della grande infrastruttura, è scelta non soltanto dalle aziende del settore aerospaziale o della logistica, ma anche da quelle che operano nell’informatica e nell’elettronica, oltre che nei beni di lusso.
  • Dubai Media City è perfetta, come si può immaginare dal nome, per tutte le imprese che si occupano di contenuti multimediali.
  • Dubai Internet City è altrettanto ben intuibile a quali aziende sia destinata: il settore ITC la fa da padrone. Inconveniente di quest’area, il capitale sociale minimo richiesto è di 12 mila euro.
  • Dubai Multi Commodities è destinata alle aziende che commerciano materie prime e grandi derrate.
  • Dubai International Financial centre è l’ombelico finanziario del Medio Oriente: non soltanto ospita l’intero settore delle banche, ma gode di giurisdizione e organi di vigilanza propri.
  • Dubai Silicon Oasis è vicina all’aeroporto ed è meta ambita per le imprese del settore tecnologia e innovazione.
  • Dubai Healthcare City è invece il fulcro sanitario degli Emirati e raccoglie ospedali, cliniche private, ambulatori, centri e studi medici.

 
 
Società LLC a Dubai fuori dalle free zone.
A differenza delle società situate nelle zone franche, le aziende LLC in territorio continentale sono abilitate a operare commercialmente senza alcune limitazione in tutti gli Emirati Arabi. Per aprire una società di questo tipo, però, avremo bisogno di un socio emiratino che detenga la maggioranza del capitale sociale d’impresa (almeno il 51%): ciò si traduce nel fatto che qualunque imprenditore estero potrà detenere soltanto una quota di minoranza.
A questo punto possiamo dedurre che sia vantaggioso aprire una LLC a Dubai soltanto per quegli investitori che operano effettivamente all’interno degli Emirati e che fatturano a clienti residenti nel territorio, quindi che eventualmente importano dall’estero e rivendono in loco.
Un vantaggio che salta subito all’occhio è che le imposte di una LLC a Dubai sono zero, a meno che non lavori nei settori bancari oppure petroliferi. Le imposte per il settore bancario infatti hanno un’aliquota del 20%, mentre nel settore oil & gas raggiungono il 50%.
Per quanto riguarda l’IVA, l’aliquota prevista a Dubai è del 5%, ma si applica soltanto sui prodotti e i servizi venduti negli Emirati ma fuori dalle zone franche.
Anche qui possiamo scegliere l’indirizzo della nostra nuova impresa in diverse zone del territorio:

  • la Business Bay, al centro della città, è la più gettonata dalle società internazionali e conta centinaia di strutture ricettive.
  • Sheikh Zayed Road, con le famose Emirates Towers, si presta come centro finanziario.
  • Deira è la zona più antica della città e ospita gran parte dei lavoratori emiratini, quindi della manodopera a basso costo.
  • Al Quoz offre grandi spazi e magazzini a ottimi prezzi di mercato.
  • Al Qusais è sia zona residenziale che industriale, molto vicina all’aeroporto, offre appartamenti grandi e abbastanza economici e al tempo stesso spazi adeguati per le aziende che si occupano di logistica.
  • Bur Dubai ospita gran parte delle aziende asiatiche specializzate nel tessile e nella produzione hardware.

 
 
Dubai Offshore Company: vantaggi e svantaggi.
Sicuramente un’opzione da valutare se il nostro fatturato proviene dall’estero, la costituzione di una società offshore si dimostra vantaggiosa perché non è soggetta a obblighi fiscali  e contabili (tranne la conservazione delle fatture, certo) ed è coperta dal segreto societario, infatti il Registro delle Imprese di Dubai non è consultabile pubblicamente.
Le Dubai Offshore Company Sono per lo più imprese che concentrano la propria attività sul commercio e/o sulla consulenza internazionale, shipping e holding.
Di contro, questo tipo di società non consente di lavorare con clienti degli Emirati Arabi, così come non può impiegare personale emiratino o stipulare contratti di affitto o di acquisto per immobili nel territorio. Per quanto riguarda tempi e costi di costituzione dell’impresa, possono variare da zona a zona: partiamo dai 10 mila euro a salire, e mediamente ci vogliono almeno due settimane. Il capitale sociale minimo è di un solo dollaro.
 
 
Come aprire una società a Dubai un passo alla volta.
Se abbiamo intenzione di aprire un’impresa a Dubai o nei territori degli Emirati Arabi, questi sono gli step da seguire:

  • Anzitutto dobbiamo valutare la tipologia di società che vogliamo aprire tra quelle che abbiamo analizzato.
  • In base al tipo di persona giuridica e di attività che andremo a svolgere, dobbiamo considerare anche la zona dove andremo a stabilire il nostro ufficio. Non tutte le zone franche permettono l’apertura di tutti i tipi di società, e ogni territorio ha le proprie peculiarità di business e di infrastrutture.
  • A questo punto possiamo scegliere il nome della nostra nuova impresa seguendo alcune regole uguali un po’ dappertutto: la denominazione non può essere la stessa di un’altra impresa e non deve offendere la morale del luogo (molto suscettibile, in generale).
  • Dobbiamo richiedere la business trade licence, ovvero la licenza commerciale, in base al tipo di business che andremo a svolgere. Costo medio dell’operazione, circa 600€. (Alle imprese Offshore non serve la licenza)
  • Stipulare un contratto di affitto per un ufficio (anche qui, non vale per le Offshore). I costi variano ovviamente in base alla zona: un ufficio di medie dimensioni in una free zone più economica si aggira intorno ai 4000€ all’anno.
  • Aprire un conto corrente bancario sul territorio a nome della nuova azienda.
  • Una volta registrata l’attività e ricevuta l’approvazione, siamo pronti per metterci al lavoro e partire con il nostro nuovo business a Dubai.

 
 
A questo punto, dopo che abbiamo visto in maniera generale ma esauriente tutti gli aspetti che dobbiamo considerare se vogliamo aprire una società a Dubai, tipologie di imprese, tempi e costi di apertura, regole e modalità da seguire, possiamo farci un’idea precisa di quali vantaggi e svantaggi comporti un’operazione di questo tipo, se sia conveniente o meno per il nostro business.
Se siamo concretamente interessati a spostare il nostro business o una parte di esso negli Emirati Arabi, possiamo continuare ad approfondire l’argomento con l’aiuto di materiale più dettagliato. Andiamo avanti?
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Aprire società in Irlanda, pro e contro

Vantaggi e svantaggi, considerazioni e informazioni dopo aver deciso di fare impresa e costituire una società in Irlanda.
 
Perché molte delle più grandi società europee – e anche qualche colosso internazionale  -hanno sede in Irlanda?
Che cosa spinge migliaia di imprenditori a costituire una società in Irlanda?
È vero che l’Irlanda entro i prossimi 5 anni conta di diventare il paese con il maggior numero di investitori stranieri.
Voglio rispondere a tutte queste domande analizzando le possibilità che offre il paese del trifoglio, e soprattutto i motivi che mi hanno spinto, con grande soddisfazione, a costituire una società in Irlanda.
 
In viaggio verso l’Irlanda.
Tra i vari paradisi fiscali, tra le varie “terre promesse”, ho scelto per il mio percorso imprenditoriale la vicina Irlanda per tanti motivi, primo fra tutti ovviamente la convenienza economica. Primo ma non unico, perché il successo imprenditoriale è importantissimo, ma non è l’unica cosa che conta.
Non facciamo confusione e andiamo per ordine, iniziamo a capire dove siamo.
L’Irlanda è una bellissima isola di 6 milioni e mezzo di abitanti immersa nell’oceano Atlantico del Nord, ed è da sempre un luogo affascinante che ha ispirato molti dei più grandi artisti della Storia, su tutti musicisti e scrittori. Terra famosa per i suoi pascoli verdi, per le praterie e per le scogliere a picco sul mare, si distingue anche per una produzione alcolica tra le migliori del mondo. Il popolo irlandese è abbastanza ospitale, ma il governo lo è ancora di più con gli imprenditori stranieri. E adesso cominciamo a fare sul serio.
 
Perché ho scelto di fare impresa in Irlanda.
Mi piace sempre partire dai dati, per farmi un’idea generale delle cose, e poi analizzarli per entrare nel dettaglio. Quindi, aprire un’attività in Irlanda significa:

  • Aliquota fiscale per le aziende al 12,5%.
  • Usufruire dei numerosi incentivi dedicati alle nuove imprese, soprattutto per assunzioni e formazione.
  • Sgravi fiscali se investiamo in ricerca.
  • Investimenti stranieri rappresentano 30% del totale interno.
  • Età media molto bassa e manodopera qualificata.
  • Ammortamento sui diritti relativi alla proprietà intellettuale.
  • Rimborso in 3 anni del 25% del credito d’imposta.
  • Niente tasse sui dividendi.

 
Aprire una società in Irlanda conviene?
Quando ho deciso di fare impresa in Irlanda sono stati essenzialmente tre gli aspetti che mi hanno convinto a intraprendere questa avventura: la tassazione, gli incentivi del Governo irlandese, il tasso di disoccupazione molto basso. Sono sicuro che non ci sia posto migliore, in Europa, per iniziare una nuova attività in tutta sicurezza, perché non soltanto l’economia è stabile e in forte crescita, ma il livello della manodopera sia bassa che qualificata è davvero alto. Sommando tutti questi aspetti, non ho avuto dubbi quando mi sono trovato a decidere se costituire un’azienda in Irlanda.
 
Le società in Irlanda.
Quando ho deciso di aprire una società in Irlanda, mi sono trovato davanti a un sistema organizzativo e legislativo nuovo, quindi a dover studiare e decidere quale tipologia di impresa faceva al caso mio. È stato più facile del previsto perché in realtà, pur con denominazioni diverse, il sistema irlandese non differisce molto da quello italiano.
Ci sono 4 tipologie principali di azienda:

  • Ltd, ovvero private Limited Company. Le Ltd sono le più comuni nel territorio irlandese e posso equipararle alle Srl nostrane: i soci possono essere persone sia fisiche che giuridiche, le quote sono divise in azioni, necessitano di un amministratore, ma per fortuna non è richiesto che sia residente nel territorio irlandese. Il capitale sociale minimo è 1 euro.
  • Plc, che significa Public Limited Company Le Plc sono aziende di norma più grandi delle Ltd, infatti hanno un capitale sociale minimo di 50 mila euro, e in un certo senso sono l’equivalente italiano delle Spa. Come per le Ltd necessitano anche di un solo amministratore (anche non residente) e ammettono come soci persone fisiche e persone giuridiche.
  • LLP, cioè Limited Liability partnership, imprese sempre a responsabilità limitata che richiedono un minimo di due soci. Particolarità delle LLP è il fatto che possano nascere attraverso una scrittura privata, senza quindi l’obbligo di pubblicazione nel Registro delle Imprese. Hanno anche un’altra peculiarità, e riguarda la tassazione: i redditi non sono tassati in capo alla società, ma sui soci, che se non sono residenti in Irlanda non potranno godere delle agevoli imposte irlandesi, ma saranno soggetti a quelle del paese di residenza. Come per le Ltd, il capitale sociale minimo è di un solo euro.
  • Unlimited Company, molto simili alle società in nome collettivo, hanno lo stesso regime fiscale delle LLP, e i soci rispondono attraverso il loro patrimonio personale.

 
Burocrazia snella per gli imprenditori.
Se le imposte in Irlanda sono le migliori amiche degli imprenditori, anche la burocrazia fa di tutto per restarci simpatica, basti pensare che ho impiegato un solo giorno per aprire una società in Irlanda, ma in ogni caso i tempi non vanno mai oltre i due giorni. E soprattutto, non c’è bisogno di recarsi fisicamente in Irlanda, perché tutte le pratiche possono essere gestite dall’Italia, affidandosi comodamente a uno studio di consulenza, senza bisogno di un notaio.
E a proposito di burocrazia, se apriamo una società in Irlanda è possibile anche proteggere l’identità dei nostro soci con l’istituzione di un trust (e quindi il trasferimento delle azioni) o semplicemente con la nomina di un socio fiduciario, così che rimane lo stesso titolare giuridico delle azioni ma l’intestazione sarà attribuita alla società fiduciaria o all’amministratore fiduciario, fermo restando che potremo revocare la fiducia quando vogliamo.
 
Iter per aprire una società in Irlanda.
La procedura per la costituzione di un’azienda in Irlanda è abbastanza semplice, infatti ho dovuto provvedere soltanto a fornire i documenti di soci e amministratori (nel caso di persone giuridiche, ovviamente serve la visura camerale), le prove della residenza dei soci (certificato o estratto conto o intestazioni di utenze), oltre al nome della società e a una descrizione dell’attività prevista.
 
Attenzione all’Annual Return se apriamo un’azienda in Irlanda.
Se la burocrazia irlandese allunga la vita e la pazienza degli imprenditori italiani, c’è una sola cosa che non devo dimenticare: l’Annual Return, ovvero un elenco dei soci dell’impresa che ogni anno va presentato al registro irlandese. Niente a che vedere con il bilancio di esercizio, però. Ho specificato che è bene ricordarsi di questa incombenza annuale perché la sanzione per la mancata consegna è la cancellazione dal Registro delle Imprese.
 
Costituzione impresa in Irlanda: tante domande, altrettante risposte.
Molti imprenditori sono interessati e incuriositi dalla mia esperienza: costituire una società in Irlanda è il sogno di tanti colleghi, o quantomeno rappresenta un’aspirazione che a volte non viene soddisfatta per timore o per la mancanza di informazioni corrette in materia. Informarsi porta via tempo e risorse!
Ecco perché ho deciso di raccogliere le domande più frequenti sull’argomento e di rispondere nel modo più esauriente possibile. Se mi sono dato da fare fino a qui, vediamo adesso schematicamente e in modo più rapido quali sono le informazioni più importanti se vogliamo aprire una società in Irlanda.

  • Un’azienda costituita in Irlanda può acquistare un immobile in Italia, è sufficiente predisporre un aumento di capitale. Il vero vantaggio di questa operazione è che non ci saranno perizie per valutare il valore dell’immobile, che infatti sarà stabilito dall’amministratore della società irlandese. In più, l’imposta di registro per il trasferimento è una quota fisa e non cambia proporzionalmente al valore del bene immobile. Comodo, no?
  • Per aprire una sede secondaria nel nostro paese di origine, in questo caso l’Italia, è sufficiente programmare una delibera apposita, che deve essere depositata con atto notarile insieme all’atto costitutivo e allo statuto della nuova società. Anche in questo caso avremo un bel vantaggio, ovvero che la redazione del bilanciò seguirà le norme fiscali del diritto irlandese.
  • Con una società aperta in Irlanda possiamo lavorare in Italia anche in via esclusiva: seguiremo la legge irlandese ma (occhio!) saremo soggetti alle tasse italiane.
  • Soci e amministratori residenti fuori dall’Irlanda non devono versare i contributi previdenziali.
  • Per vendere le azioni della nostra azienda irlandese basta depositare uno stock tranfer form al Registro delle Imprese e non ci occorre un notaio.
  • Per quanto riguarda le imposte sul reddito per una impresa irlandese con soci italiani, se l’amministrazione è effettivamente in Italia, sarà soggetta alla tassazione prevista in Italia per i redditi generati ovunque; se l’amministrazione è invece in Irlanda, le imposte saranno quelle irlandesi. Stessa cosa per l’IVA: se la residenza fiscale della nostra società è in Italia, la pagheremo in Italia; viceversa, in Irlanda.
  • Se apriamo una società in Irlanda non saremo obbligati ad assumere dipendenti irlandesi. Non per forza, quantomeno.

 
Sono contento di aver condiviso la mia esperienza: aprire una società in Irlanda, come avrete capito, è motivo di soddisfazione e di orgoglio. Spero allora che molti imprenditori italiani possano prendere spunto dalle mie considerazioni e seguirmi nella terra di San Patrizio.
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Aprire società in Bulgaria

Posizione strategica, costo della vita e regime fiscale favorevole fanno del Paese balcanico una delle mete preferite per gli imprenditori di tutta Europa.
 
Ormai da diversi anni a questa parte molti colleghi imprenditori italiani ed europei si stanno dirigendo a est, verso la Bulgaria, un paese che fino a poco tempo fa non era mai stato considerato una meta attrattiva:
povero di risorse e di know-how, freddo, non particolarmente bello e pure inospitale, nessuno di sognava di spostare i propri investimenti in un luogo che per certi versi (e forse a ragione) era anche considerato pericoloso.
 
Le cose, però, sono cambiate.
 
Soprattutto negli ultimi quindici anni le trasformazioni portate da Internet e dalla crescente globalizzazione – e dalla politica internazionale – hanno fatto fare passi da gigante a molti paesi che fino a quel momento erano rimasti indietro, vittime soprattutto di una gestione politica e di governo a dir poco discutibile.
 
Alla fine, il boom economico è arrivato anche nell’Europa dell’Est: vogliamo approfittarne?
 
Perché spostarsi dall’Italia alla Bulgaria: qualche dato e un po’ di numeri.
 
Se il numero di imprenditori che decide di fare il grande passo è così consistente (parliamo di più di 9 mila imprese nostrane e 60 mila nuovi posti di lavoro creati da aziende italiane), un motivo ci sarà. Ma quali sono i motivi che spingono e sostengono questa migrazione?
 
Vediamoli insieme schematicamente e poi analizziamo i pro e i contro del fare impresa in Bulgaria.
 

  • La Bulgaria gode di un’ottima posizione geografica, strategica per gli scambi tra l’Europa e il Medio Oriente.
  • Rapporto tra moneta bulgara (Lev) ed euro fisso, e tra debito e PIL fra i più bassi dell’Europa.
  • Costo molto competitivo della mano d’opera, tra i più bassi del Continente.
  • Tassazione molto favorevole, la flax tax è al 10%, e in alcune zone con un alto tasso di disoccupazione arriva anche allo 0%.
  • Incentivi agli investimenti sia da parte del Governo che dall’Unione Europea per lo sviluppo delle aree rurali (buona parte del territorio) e della competitività del Paese.

 
Italia e Bulgaria: una storia recente ma molto proficua.
Se analizziamo i profitti, l’Italia rappresenta la seconda presenza imprenditoriale straniera nel Paese, un partner commerciale che vale ben 4 miliardi di euro (quasi il 10% del PIL bulgaro) e più di 60 mila nuovi posti di lavoro creati, con una presenza che si attesta di poco superiore alle 9 mila aziende con partecipazione italiana sul territorio.
Questi numeri dovrebbero essere già di per sé abbastanza eccezionali, se consideriamo che il Paese balcanico non raggiunge i 7 milioni di abitanti, ma a convincerci è soprattutto la crescita economica e sociale della Bulgaria, con un PIL che procede spedito ed è il quinto migliore d’Europa per crescita negli ultimi anni. La produzione industriale è cresciuta nell’ultimo anno del 5,8% e la domanda interna dell’1,8%.
 
Dall’Italia alla Bulgaria, senza ritorno.
Gli imprenditori italiani, schiacciati dal peso delle burocrazia e delle imposte, guardano oltre i confini nazionali: la Bulgaria rappresenta una delle mete più gettonate per aprire una nuova società, ma non soltanto per ragioni economiche.
La Bulgaria infatti è molto vicina all’Italia e ben collegata per via aerea, anche con le compagnie low cost, e ha un costo della vita tra i più bassi d’Europa che si riflette vantaggiosamente su molti aspetti della nostra attività imprenditoriale, dal costo della mano d’opera al settore immobiliare. Basti pensare che lo stipendio medio nella capitale si aggira sui 400€, mentre nelle altre città scende anche fino a 200€. Con 10€ possiamo andare a cena i un buon ristorante della capitale, con 100€ al mese affittare un ufficio in centro.
Essendo entrata a far parte della Comunità Europea, la Bulgaria gode di stabilità politica e in questo senso offre garanzie agli investitori e ai cittadini stranieri per quanto riguarda libera circolazione di merci e persone, non servono permessi di soggiorno o visti di ingresso, ma al tempo stesso la mancata adozione della moneta unica europea permette che i costi della vita restino bassi e che il Governo bulgaro abbia ampio margine in materia di politica fiscale. Se diamo un’occhiata alle imposte, infatti, vediamo che l’aliquota è fissa al 10% per le aziende, per le partite IVA, per i redditi delle persone fisiche e giuridiche. In alcune aree, poi, scende fino allo zero per favorirne lo sviluppo.
Anche gli adempimenti burocratici sono molto rapidi: aprire un conto corrente o prendere la residenza sono operazioni immediate, ma vedremo più avanti tempi, modalità e costi per aprire una società in Bulgaria.
Unico ostacolo da segnalare, il problema della lingua: il bulgaro è una lingua di origine cirillica, quindi ha un alfabeto diverso dal nostro, avremo dunque bisogno di un consulente di fiducia per tradurre i documenti.
 
Tipologie di società in Bulgaria.
Il diritto bulgaro disciplina le diverse tipologie di imprese in modo non difforme rispetto al nostro Ordinamento. Diamo un’occhiate alle principali:

  • OOD, equiparabile alla nostra Srl, è sicuramente la più scelta dagli imprenditori italiani, e può essere costituita da uno o da più soci, persone fisiche e/o giuridiche. Il capitale sociale minimo è di 1€, e il capitale può essere detenuto da un soggetto straniero anche per intero. Per aprire una OOD è necessario presentare domanda (attenzione, scritta in bulgaro) presso l’Agenzia delle Iscrizioni, ovvero l’equivalente della nostra Agenzia delle Entrate: entro massimo 15 giorni lavorativi avremo l’esito della pratica, e a quel punto dovremo presentare lo statuto e indicare l’oggetto sociale dell’attività dell’azienda, oltre  ai documenti dei soci che compongono l’impresa, infine scegliere il nome della società, indicare la sede legale sul territorio bulgaro e aprire un conto corrente presso una banca bulgara (le stesse operazioni, in sostanza, che siamo tenuti a fare nel nostro Paese).
  • AD, società per azioni, paragonabile alla nostra Spa può dimostrarsi un’ottima scelta perché non presenta restrizioni legali per quanto riguarda il trasferimento delle azioni e i suoi soci non sono tenuti a svolgere attività commerciali. Il capitale sociale minimo per la costituzione di una AD è di 26 mila euro: il 25% deve essere versato subito, il resto in un tempo massimo di due anni. Diamo un’occhiata agli organi societari previsti per legge: assemblea degli azionisti, il consiglio direttivo costituito da almeno 3 membri o collegio dei sindaci e CDA. Per quanto riguarda i tempi di costituzione, mediamente si aggirano sui 15 giorni lavorativi.
  • TRO (Trade Rapresentative Office) è una filiale commerciale che consente di fare attività promozionale per conto di un’impresa straniera, ma non avendo entità legale propria, non è consentita l’attività commerciale.
  • EOOD, società per azioni a responsabilità limitata
  • ET, proprietario unico.
  • SD, società in nome collettivo
  • KD, società in accomandita

 
Come fare per aprire un’impresa in Bulgaria.
Per aprire un’azienda in territorio bulgaro gli investitori stranieri godono di un processo di registrazione semplificato che possiamo completare direttamente senza muoverci dall’Italia, basta rilasciare una procura a un consulente locale e fornire tutti i documenti richiesti.
Per prima cosa dovremo registrare la nostra nuova società e ottenere così un codice fiscale, scegliere il nome dell’impesa seguendo gli stessi criteri nostrani, e saremo tenuti ad aprire un conto di garanzia speciale presso una qualunque banca bulgara. Ovviamente dovremo scegliere un indirizzo per la sede legale, ma se operiamo da remoto e non abbiamo intenzione di aprire una sede fisica troveremo uno spazio ad hoc per una cifra annuale irrisoria.
 
Regime fiscale in Bulgaria.
Il regime fiscale bulgaro è sicuramente più favorevole agli imprenditori rispetto a quello italiano: il 10% di imposta sull’utile dell’impresa attira molti investitori da ogni parte d’Europa. In alcune parti del Paese balcanico l’imposta può arrivare anche allo 0% (sì, zero per cento), per esempio in quelle aree rurali dove il tasso di disoccupazione è molto alto.
Gli imprenditori che hanno già fatto il grande passo riportano un’altra considerazione da non sottovalutare, ovvero che il Fisco bulgaro è molto corretto e cerca di favorire l’inserimento e la vita delle nuove aziende, ovviamente a meno di tentativi di evasione fiscale o raggiri.
L’aliquota del 10% si applica a tutte le aziende locali, indipendentemente dalla provenienza dei soci, ma dobbiamo stare attenti ai dividendi (imposta al 5%) se non siamo residenti sul territorio bulgaro e controllare cosa prevede la legislazione del nostro Paese in materia.
 
Considerazioni finali sull’apertura di una società in Bulgaria.
Come abbiamo visto, in linea generale aprire una nuova impresa in Bulgaria può dimostrarsi molto vantaggioso per gli imprenditori italiani: la posizione strategica a metà strada tra Europa e Medio Oriente, la vicinanza e l’ottima rete di collegamenti con il nostro Paese, il costo della vita estremamente ridotto e il regime fiscale favorevole fanno della Bulgaria una meta sicuramente allettante.
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Aprire una società a Malta: quando conviene

Modalità, tempi, costi e vantaggi per fare impresa nella piccola e bellissima isola del Mediterraneo.
 
Se ci stiamo chiedendo se sia conveniente o meno aprire una società a Malta, siamo capitati nel posto giusto. Andremo infatti subito ad analizzare i pro e i contro di una nuova impresa a Malta, esaminando che cosa prevende la legge della piccola isoletta del Mediterraneo riguardo alle possibilità, i costi e i tempi della nostra futura società maltese.
 
Diritto maltese dalla parte degli imprenditori.
Cominciamo dicendo che, in linea generale, l’influsso anglosassone a Malta non è limitato soltanto alla guida al contrario rispetto a quanto siamo abituati – corsia di sinistra e voltante a destra – e alla lingua ufficiale, ma il modello inglese si riflette anche per quanto riguarda il Diritto, specialmente in ambito societario, perché assicura flessibilità e migliore tassazione, dentro a confini molto ben definiti in cui muoversi. In linea di massima, come accade in America, il diritto maltese è sicuramente più amichevole di quello italiano con gli imprenditori – anche più semplice e comprensibile. Ovviamente dal 2004 l’entrata di Malta nell’Unione Europea ha fatto sì che il diritto maltese integrasse al proprio interno e recepisse le norme della Comunità Europea in materia di società, ma ciò non toglie che l’Isola possa ancora offrire ottime opportunità di investimento.
 
Le società maltesi.
Tutte le società di Malta trovano il proprio sistema di regole nel Companies Act stilato nel 1995, e devono essere registrate nel Registro delle Imprese (Registrar of Companies) presso l’Autorità dei Servizi Finanziari di Malta (MFSA)
Fanno eccezione le imprese che hanno registrato un’imbarcazione battente bandiera di Malta, che godono di diritti diversi e di alcuni privilegi – ecco perché vediamo così tante barche e yatch con bandiera maltese.
Se vogliamo trovare un riferimento con le società italiane, per orientarci, possiamo definire la Ltd maltese come una Srl nostrana, e la Plc con la classica Spa, quindi una Ltd sarà privata e avrà limiti per la cessione delle azioni (a Malta niente quote, si parla solo di azioni come leggeremo nel resto dell’articolo) e per il numero di soci (massimo 50); una Plc sarà una società pubblica con tutto ciò che ne consegue in termini di capitale minimo e numero degli amministratori e dei soci…
 
Ltd a Malta, perché conviene?
Di sicuro la Ltd è la scelta più condivisa dagli imprenditori che intendono aprire una società a Malta, e può dimostrarsi molto vantaggiosa per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che la responsabilità in seno ai soci si limita al capitale sottoscritto e non a quello realmente versato: a Malta infatti è possibile registrare una società anche versando il 20% (minimo il 20%) del capitale sottoscritto, e di provvedere al versamento della parte restante successivamente, in corso d’opera. È inoltre anche possibile per i soci concordare liberamente un incremento di capitale.
La Ltd, come è facile immaginare, può essere costituita da una sola persona (fisica o giuridica) o da più soci, oppure possiamo registrare un’associazione di partenariato, ovviamente composta da minimo 2 persone.
 
Vediamo ora un po’ di regole per le Ltd e per le Plc a Malta.

  • Anzitutto ricordiamoci che per aprire una società a responsabilità limitata a Malta dovremo inserire nello statuto l’oggetto sociale, ma ovviamene potremo perseguire tutti gli scopi utili al raggiungimento del nostro obiettivo, tutte le attività subordinate e necessarie.
  • Non esiste un numero massimo di amministratori per una Ltd, ma almeno uno deve figurare – per le Plc il numero minimo di amministratori è ovviamente due. Per quanto riguarda i soci invece (gli azionisti, secondo la dicitura corretta maltese) della Ltd, il limite massimo è di 50.
  • Un’altra questione importante è sicuramente quella inerente al capitale minimo per la costituzione di un’impresa a Malta: la cifra “base” è di 1.1165€, ma ricordiamoci che possiamo riservarci di versare inizialmente anche solo il 20% del capitale. Per le Plc invece le cifre sono ovviamente molto diverse: il capitale minimo è di 46.588€ e possiamo versare subito (minimo) il 25% di questa somma. Secondo il diritto maltese dobbiamo versare il capitale sociale su un conto corrente bancario a nome della società che stiamo costituendo e presentare la ricevuta dell’avvenuto deposito presso il Registro delle Imprese di Malta.
  • Per quanto riguarda il nome della società, le regole maltesi non differiscono da quelle nostrane: possiamo scegliere il nome che vogliamo, a meno che non sia identico o molto simile a quello di una società già esistente, o che gli uffici del registro delle Imprese non lo reputino inadatto perché offensivo o non permesso.
  • Per aprire una società a Malta non è necessario presentarsi fisicamente nell’Isola e non serve un notaio, molti imprenditori preferiscono affidarsi infatti a società o studi di consulenza che operano nel settore e conoscono le regole.
  • Un aspetto molto importante in questo genere di operazioni riguarda la residenza della persona che intende aprire un’impresa: per il diritto maltese non è necessario possedere la residenza sull’isola per aprire una società, anche nel caso che il soggetto detenga il 100% del capitale o che ne sia amministratore unico.
  • L’identità dei soci è un altro punto fondamentale che interessa gli imprenditori in cerca di una sede per la propria società. A Malta è possibile nascondere l’identità dei soci, se ci sono i requisiti per farlo, attraverso un apposito servizio di anonimato chiamato Nominee Shareholder: basterà la sottoscrizione di un accordo fiduciario tra i soggetti della nostra società e un partner (di solito un professionista del luogo) che presta questo tipo di servizi e che sarà detentore delle azioni per nostro conto. Fermo restando, ovviamente, che possiamo ritirare l’accordo fiduciario in qualsiasi momento.
  • La nostra società a Malta è ovviamente assoggettata all’obbligo di revisione dei conti quando presenta il bilancio annuale, ma non esistono collegi sindacali o altre forme assimilabili ad esso.
  • Se abbiamo aperto uno società a Malta inoltre potremo aprire un conto corrente a nome della società anche all’estero, ovunque, e allo stesso modo una seconda sede, per esempio in Italia.

 
Aprire una Ltd a malta che opera soltanto in Italia.
Se abbiamo intenzione di aprire una società a Malta, per esempio una Ltd, questo non ci impedisce di operare anche o solamente, sul mercato italiano, come se la nostra società avesse sede fisicamente nello Stivale. Il vantaggio è costituito dal fatto che il funzionamento della nostra società sarà comunque assoggettato alla disciplina del diritto maltese, sicuramente più conveniente sotto molto aspetti.
Ovviamente questo vale in generale, ma esistono casi particolari all’interno dei quali dovremo sottostare a regole precise e vincolanti, per esempio se le sedi decisionali e gestionali fossero in Italia, o se l’attività appunto di gestione e decisione avvenga per buona parte (se non totalmente) in Italia. Parliamo di sedi di gestione, non di magazzini però.
 
Le società che possiamo aprire a Malta.
Abbiamo parlato delle Ltd e delle Plc, che sono i due tipi di impresa più comuni nell’Isola, ma esistono anche altre forme societarie a disposizione degli imprenditori, ognuna con i propri vantaggi e svantaggi. Elenchiamole rapidamente tutte per farci un’idea:

  • Proprietorship con unico proprietario
  • General parntership in nome collettivo
  • Limited partnership in accomandita
  • Ltd equiparabili alle nostre Srl
  • Branch of a foreign company ovvero filiali di imprese straniere
  • Trust
  • SICAV e INVCO ovvero società di investimento a capitale variabile o a capitale fisso.

 
Tempi, costi e modalità di registrazione di una società a Malta.
Come abbiamo visto, aprire una società a Malta è abbastanza semplice, infatti è sufficiente depositare gli incartamenti necessari come statuto, documenti di identità dei soci/azionisti e dei rappresentanti, memorandum, ricevuta dell’apertura del conto corrente bancario con il capitale sociale, direttamente al Registro delle Imprese, che a sua volta accerterà la validità dei nostri documenti e provvederà a registrarci. Per quanto concerne le tempistiche, a parte casi particolari possiamo apre una società a Malta in un solo giorno.
I costi sono variabili, dipendono dalla tipologia di impresa e dal capitale sociale investito, oltre che dall’invio cartaceo oppure digitale dei documenti necessari: in linea di massima partiamo dai 210€ per capitali sociali non superiori ai 1500€, e arriviamo ai 2250€ per capitali sociali che superano i 2 milioni e mezzo di euro. Va da sé che le tasse di registrazione aumenteranno al momento in cui dovremmo decidere di aumentare il capitale sociale.
Quando avremo completato le pratiche di registrazione, sarà nostra responsabilità richiedere una partita IVA agli uffici del Fisco, iscriverci all’ufficio delle Imposte, registrarci all’ETC e ottenere la licenza per importazioni ed esportazioni. Tutte procedure, queste, che non implicano altre tasse di registrazione.
Le uniche spese che andremo ad affrontare a questo punto sono quelle relative alla licenza per il commercio e ai permessi per la protezione dei nostri dati personali.
Dulcis in fundo, la tassazione sugli utili per una società maltese è del 35%, senza differenze tra azionisti residenti e non per quanto concerne la tassazione dei dividendi.
 
Se abbiamo deciso di apre una società a Malta, questo articolo sarà utile per conoscere a grandi linee che cosa prevede il diritto societario maltese e valutare se possa convenirci o meno aprire un’impresa nella piccola isoletta del Mediterraneo.
 
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