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Aprire società in Delaware: quando conviene

20 Maggio, 2021

Fare impresa in America e nel Delaware presenta vantaggi e svantaggi, approfondiamo l’argomento e sfatiamo alcuni miti.
Partiamo dal principio: il Delaware è un piccolo stato federato degli USA e si affaccia sulla costa orientale. È molto conosciuto principalmente per due motivi, uno storico e uno finanziario: il Delaware fu il primo tra gli stati a ratificare la Costituzione americana, ma cosa più importante è considerato un paradiso fiscale.
Non soltanto infatti il diritto d’imposta è estremamente favorevole e la privacy delle aziende è tutelata al 100%, ma in questo Stato è possibile aprire una società attraverso Internet in non più di 24 ore.
Se in Italia ci lamentiamo sempre perché lo Stato è nemico degli imprenditori, per via di tasse esagerate, norme ingarbugliate e procedimenti burocratici e legali infiniti, il Delaware può sicuramente diventare un buon amico: bassa pressione fiscale, nessuna responsabilità personale per i debiti della nostra azienda, lo Stato protegge in nostri beni, abbiamo la possibilità di occultare in modo lecito i benefici economici delle nostre attività e di chiedere l’esenzione dalla imposte per tutto quello che abbiamo guadagnato fuori dai confini americani… Questo almeno è quanto riportano i “tifosi” del Delaware. Niente male, vero?
Ma non è tutto oro quel che luccica. Valutiamo vantaggi e svantaggi e presto ce ne accorgeremo.
 

Delaware: quando conviene e quando no

Ogni imprenditore sa bene che non esiste l’investimento perfetto, e neppure quello buono per tutti: ogni attività ha i suoi pro e i suoi contro, ma soprattutto ogni attività ha le proprie caratteristiche e dunque le proprie esigenze.
Se parliamo del Delaware, dobbiamo anzitutto chiederci se i nostri redditi verranno prodotti all’interno dello Stato oppure no, e ancora se il nostro Paese di residenza applica la CFC Rule e allo stesso tempo vende in USA. Ecco: se la risposte a queste due domande è sì, fare impresa in Delaware non conviene affatto. Vediamo subito perché.

CFC Rule: arrivano i guastafeste

Apriamo una parentesi: per chi non ne fosse a conoscenza, la disciplina del CFC Rule (Controlled Foreign Companies) impone un regime di imposte trasparenti per i soci (diretti o indiretti, ma residenti in Italia) di società che realizzano redditi all’estero, in Stati con un regime fiscale agevolato, ovvero con regimi che presuppongono una tassazione minore rispetto a quanto applicato in Italia.

Quando conviene aprire una società in Delaware?

Chiudiamo la nostra parentesi sulla CFC Rule e torniamo al tema principale del discorso: aprire una società in Delaware è conveniente soltanto se siamo residenti in un paese che non contempla la CFC Rule e se la nostra attività non genera redditi negli Stati Uniti. Altrimenti, probabilmente ci conviene vale restare dove siamo.
In generale, al di là del CFC Rule, un vantaggio importante quando parliamo di tassazione possiamo realizzarlo soltanto se la nostra nuova società nel Delaware non realizza redditi all’interno degli Stati Uniti, perché al contrario tutto ciò che abbiamo risparmiato a livello di tasse statali del Delaware lo andremo a versare allo Stato americano dove abbiamo realizzato profitto. Facciamo un esempio per essere più chiari: la mia attività ha sede in Delaware e realizza un certo fatturato vendendo un prodotto in California. Di sicuro pagherò poche tasse allo stato del Delaware sul quel fatturato, ma dovrò anche pagare le tasse allo stato della California. Ecco che la convenienza del nostro nuovo paradiso fiscale è evaporata.

Opportunità nel Delaware: royalty e tecnologia

Senza spostarci dal tema dei vantaggi fiscali,  il Delaware può essere molto conveniente da questo punto di vista se apriamo un’azienda che realizza la maggior parte del proprio fatturato in diritti di proprietà intellettuale o trasferimento di tecnologie, perché sono profitti non soggetti alla tassazione
 

Paradiso o purgatorio fiscale?

Come abbiamo visto, costituire una nuova società nel Delaware non è sempre conveniente, in molti casi dobbiamo quindi mettere da parte il sogno americano e sfatare il mito del paradiso fiscale: anche in Delaware si pagano le tasse, e le procedure per l’apertura di una nuova attività sono più o meno le stesse rispetto a tutti gli altri Paesi (in alcuni casi più rapide che in Italia, questo sì, ma non ci vuole tanto).
 

Perché allora il Delaware è considerato un paradiso fiscale?

A questo punto è giusto farci questa domanda. Tante volte abbiamo sentito parlare del Delaware in termini entusiastici, ma le voci che ci sono arrivate all’orecchio erano di seconda mano, oppure appartenevano a un passato neanche troppo lontano. Fino a poco tempo fa, infatti, per una società del Delaware era possibile aprire un conto all’estero, e le norme fiscali vigenti nel Paese non erano rigide come ora. Oggi le cose sono cambiate, la globalizzazione ha reso ancora più vera la locuzione Tutto il Mondo è paese, così non esiste banca sul Pianeta che aprirebbe un conto corrente per una società del Delaware, e in ogni caso le norme fiscali cui dovremmo sottostare sarebbero quelle che conosciamo già.
Aggiungiamo un’altra considerazione: abbiamo detto che lo stato del Delaware tutela la privacy degli imprenditori, ed è vero, perché sulle visure camerali non compaiono i nomi degli amministratori, ma una legge recente federale ha imposto che questi dati siano visibili al fisco.
 

Anche la Giustizia vuole fa la sua parte

Un aspetto realmente (e tuttora) favorevole che possiamo considerare, se stiamo pensando di aprire una società nel Delaware, è quello della giurisprudenza. Questo piccolo Stato infatti ha una tradizione giuridica sicuramente amichevole nei confronti delle imprese e favorevole alla vita societaria. Per esempio in materia di:

  • Responsabilità degli amministratori.
  • Diritti dei soci minoritari.
  • Nessuna giuria popolare in tribunale per decisione in materia di diritto societario.
  • Regole molto permissive in materia di usura (le banche e le società finanziarie lo sanno bene).
  • Vertenze e pressioni sindacali.

 

Ragioni storiche e attualità

Se ci stiamo chiedendo perché il Delaware, alla luce di quello che abbiamo visto finora,
sia tuttora considerato un paradiso fiscale, o quantomeno una specie di Eden per imprenditori, dobbiamo fare un passo indietro e dare un’occhiata ai libri di storia che troveremo nelle biblioteche americane, soprattutto in quelle delle facoltà di giurisprudenza.
 
Come sappiamo l’America del Nord – gli attuali Stati Uniti – qualche secolo fa (siamo alla fine del settecento) era sotto la giurisdizione della Corona inglese e Londra esigeva dalle tredici colonie il pagamento delle imposte come spese utili al mantenimento dell’Impero. L’Impero britannico a quel tempo non se la passava bene, la precedente guerra europea (la famosa Guerra dei sette anni) aveva indebolito le casse del Re, ma anche a livello di immagine era necessario mostrare i muscoli all’interno e all’esterno del Paese. Così il governo britannico pensò di rimediare recuperando risorse con le imposte, in particolare con due famosi atti chiamati Sugar Act e Stamp Act, rispettivamente un dazio sulle importazioni dall’estero e un bollo sulla stampa e sui documenti ufficiali. Le colonie non videro di buon occhio né le tasse, né l’egemonia industriale della madrepatria, perché da una parte i profitti si riducevano e dall’altra le possibilità di uno sviluppo autonomo in terra americana diventava impossibile. Così, dopo quale anno, lo scontro si trasformò in guerra aperta, e sappiamo come andò a finire.
 
Ma torniamo a noi, dopo questa interessante digressione storica. Le colonie, una volta resesi indipendenti, conservano ovviamente molto dell’ordinamento britannico, in primo luogo il sistema giuridico anglosassone basato sulla Court of Law e sulla Court of Equity, ovvero sull’osservanza della legge scritta nel Codici ma al tempo stesso sul principio di equità. Se nel corso del tempo le colonie, ormai diventati gli Stati Uniti d’America, assorbirono il principio di equità nella legge scritta nero su bianco, il Delaware mantenne la vecchia distinzione, ed tuttora in vigore con il nome di Court of Chancery.
Le trasformazioni del mondo per come lo conosciamo oggi hanno portato la Court of Chancery a occuparsi prevalentemente di diritto societario e commerciale e a escludere da queste materie le giurie popolari (sempre presenti nel resto d’America), trasformando l’organo giurisdizionale del Delaware in uno dei più importanti degli Stati Uniti: non soltanto è altamente specializzato in diritto commercial e societario, ma tutte le nomine dei giudici non avvengono seguendo criteri politici, ma esclusivamente in base al merito. In poche parole, non esiste posto migliore al mondo per una battaglia legale in materia di diritto societario o commerciale. Inoltre tutto questo ha portato a una riduzione delle controversie gestite in tribunale, perché l’approfondimento e lo studio delle sentenze ha creato decine di studi professionali capaci di redimere in qualità di consulenti accordi e negoziazioni.
 

Aprire una società in Delaware alla fine è conveniente?

Abbiamo visto pro e contro di un’operazione di questo tipo e possiamo tirare le somme: il Delaware presenta sicuramente dei vantaggi, soprattutto quando consideriamo gli aspetti legati alla Giustizia, ma come possiamo immaginare sono aspetti interessanti soprattutto per le grandissime imprese, prime tra tutte le banche oppure le aziende quotate in borsa che hanno la responsabilità di migliaia di investitori.
Siamo tra queste imprese fortunate?
 
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